TITOLO: FAHRENHEIT 451
AUTORE: RAY BRADBURY
PUBBLICAZIONE:1953
VOTO: ⭐⭐,5/5
Finalmente mi sono decisa a leggere Fahrenheit 451, lo avevo da un pezzo in libreria e mi ripromettevo sempre di leggerlo... forse era meglio lasciarlo lì.
Non mi ha lasciato niente come libro e non mi ci sono neanche appassionata, forse perchè avevo delle aspettative alte io, ma è strato un grande flop. Sia la storia che le ambientazioni avevano un grandissimo potenziale, ma si sembrava tutto distaccato. La lettura non mi ha per niente entusiasmato, anzi non vedevo l'ora che finisse. Una cosa molto sorprendente che ho riscontrato è che molte cose che erano state dette nel libro si sono veramente avverate come il fatto che le armi la velocità erano la causa della maggior parte delle morti tra ragazzi; la distanza tra le persone dove ognuno pensa solamente a sè e l'abuso della tecnologia che porta al distacco delle persone da tutti gli affetti come si vede con Mildred e la sua "famiglia" televisiva di cui lei sente la mancanza.
Uno dei passaggi più significativi è il discorso iniziale di Clarisse, una ragazza di altri tempi che fa occhio alle piccole cose, guarda il mondo con gli occhi e con la curiosità dei bambini. Ve ne riporto un pezzetto:
"sono un temperamento asociale, dicono. Non mi mescolo con gli altri ed è strano, perchè io sono piena di senso sociale, invece. Tutto dipende da cosa si intende per senso sociale, non vi sembra? Per me significa parlare con voi di cose come queste [...] o anche parlare di quanto è strano questo mondo. Stare con la gente è bellissimo. Ma non vi sembra sociale riunire un mucchio di gente, per poi non lasciarla parlare? Ore di lezione, ma non si fanno domande, o almeno quasi nessuno le fa; loro hanno già le risposte pronte, su misura e ve le sparano contro in rapida successione BANG, BANG e intanto noi stiamo sedute per più di quattro ore con proiezioni. Tutto ciò per me non è sociale."
sono proprio le idee di Clarisse che fanno scattare in Montag qualcosa, una piccola scintilla che viene poi aizzata sempre più dopo aver soccorso la moglie che aveva assunto troppe pillole e dopo aver visto una donna darsi fuoco insieme ai suoi libri.
"ci deve essere qualcosa di speciale nei libri, delle cose che non possiamo immaginare, per convincere una donna a rimanere in una casa che brucia".
Devo ammettere che il primo mega capitolo mi è piaciuto abbastanza, peccato per gli altri due, secondo me se veniva sviluppato in modo differente sarebbe risultato più appassionante.
Una cosa che mi ha colpito è come il capo pompiere ha giustificato la loro azione, spiegando che bruciano i libri per mantenere le persone felici perchè conoscersi ed interrogarsi su cose più grandi di noi ci rende tristi.
E' un racconto non troppo lungo che può essere letto come no, non mi ha affascinato come speravo. Per concludere lascio un pensiero di Montag, credo uno dei più belli di questo libro:
"Questa notte ho pensato a tutto il cherosene di cui mi sono servito da 10 anni a questa parte. E ho pensato ai libri. E per la prima volta mi sono accorto che dietro ogni libro c'è un uomo [...] a qualcuno è occorsa tutta una vita per mettere su carte una parte dei suoi pensieri, per guardarsi attorno e descrivere il mondo e la vita come li vedeva lui, e poi salto fuori io e in due minuti...BUM! è tutto finito.
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